Berlino è riconosciuta universalmente come l’incubatrice di avanguardie, dai primi anni settanta fino almeno ai due decenni successivi.
Frivola e mondana città in bilico sull’orlo dell’orrore nei romanzi di Isherwood; austera e rigida nelle suggestioni di confine della Alexanderplatz di Battiato e della compianta Milva; pericolosa e seducente città sospesa tra Est e Ovest, epicentro di eventi di portata storica all’ombra del Muro, c’è un momento in cui Berlino diventa la peccaminosa capitale di un caso letterario mondiale:
alla fine dei 70 viene pubblicato “Wir Kinder vom Bahnhof Zoo”, tradotto in italiano come “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”.
Si tratta, come tutti abbiamo imparato, del ritratto impietoso e crudo di una generazione persa nell’eroina e della sua epigone, Christiane F., che dal 7 maggio arriverà in Italia nell’adattamento seriale di Amazon Prime.
All’epoca il libro ottenne un successo mondiale vendendo svariati milioni di copie e l’uscita del film, nel 1981, cristallizza nell’immaginario collettivo, oltre alla vicenda in sé e per sé centrale del consumo di eroina, l’immagine della Berlino di quegli anni.
Una Berlino sporca, underground nel senso più estetico del termine, dove le sporche pareti di metropolitane affollate da tossicodipendenti si confondono con le luci delle reclame, sotto l’insegna Mercedes che gira sul tetto dell’Europa- center, il centro commerciale della luccicante zona Kurfürstendamm, luogo di ambientazione del più iconografico momento del film, sulle note di “Heroes” di David Bowie.
Dove vi è un’estetica così precisa, non può non esserci la moda: i protagonisti del film incarnano alla perfezione lo stile, ciclicamente ripreso, di quel periodo: pantaloni a zampa, zeppe, aggressive giacche in pelle su copri magrissimi; volti emaciati ed occhi segnati, capelli lunghi.
La nuova serie in arrivo promette di riprendere i trend periodo, adeguandosi alle aspettative estetiche della generazione Z a cui si rivolge, senza snaturare la drammaticità della vicenda: meno realismo e più elementi psichedelici, meno degrado ed una maggiore cura formale, questo adattamento sembra scindere la moda dal degrado in cui sono immersi i protagonisti.
Chissà dunque quale sarà l’estetica di Berlino che ci trasmetterà questa nuova serie e se questo ritorno a Bahnhof Zoo avrà la stessa influenza dei precedenti sulla moda contemporanea.