Il mondo dei videogame è in continua espansione; oltre a un giro d’affari di anno in anno sempre più elevato (quasi 180 miliardi di $ nel 2020), sono sempre più frequenti collaborazioni e contenuti esclusivi ispirati a tantissimi settori e medium diversi: dai personaggi dei fumetti a trasposizioni cinematografiche, dai VIP a concerti in live all’interno del gioco, gli esempi sono tantissimi.
Tra le tante partnership poste in essere nel corso degli anni troviamo anche quelle con il mondo del fashion. Mettendo da parte esempi datati come quelli delle collezioni dedicate a Final Fantasy, create da Prada e Louis-Vuitton per Square Enix, parliamo di un caso recente davvero particolare; un evento che si può riassumere citando il titolo del gioco che ha visto unirsi protagonisti unici, motivazioni fortuite e le modalità innovative con le quali si è posta in essere la collaborazione: Death Stranding.
Cos’è Death Stranding
“Le persone hanno creato delle “mura” e si sono abituate a vivere in isolamento. Death Stranding è un action game completamente nuovo, in cui l’obiettivo del giocatore è riconnettere città isolate e una società frammentata. Tutti gli elementi, inclusa la storia e il gameplay, sono legati insieme dal tema dello “strand” e della connessione. Nei panni di Sam Porter Bridges, si dovranno colmare le divisioni nella società e nel farlo si creeranno nuovi legami con altri giocatori in tutto il mondo. Attraverso l’esperienza di gioco, spero capirete la vera importanza di creare connessioni con gli altri”.
Sono queste le parole con cui Hideo Kojima, videogame producer e director di fama internazionale, ha presentato la sua ultima opera, Death Stranding: un videogioco molto particolare non solo nel gameplay, ma anche nella storia, nei temi trattati, nel modo in cui questi vengono presentati e, soprattutto, nelle tante citazioni, cameo e easter-egg inserite all’interno del videogioco; tra questi, assumono un ruolo molto particolare il marchio techwear Acronym e il fondatore Errolson Hugh.
Acronym e la collaborazione con Kojima Productions
Per chi non lo sapesse, Acronym nasce nel 1994 a Monaco di Baviera come agenzia di design. L’agenzia inizia a disegnare e produrre abiti nel 2002, con una prima collezione che ha l’idea di reinventare l’apparel sportivo conferendogli un tocco futuristico.
Con il tempo, lo studio di fondato da Errolson Hugh e Michaela Sachenbacher arriva a catturare l’attenzione di personaggi come John Mayer e Travis Scott, oltre a marchi come Stone Island e Nike, che si rivolgono a Hugh per una consulenza creativa. Nel corso di quasi 20 anni di attività, Acronym si è guadagnata il titolo di marchio techwear più innovativo al mondo.
Ma cosa lega il marchio, nella persona di Errolson Hugh, e Hideo Kojima? Ebbene, da una parte Yoji Shinkawa, collaboratore di lunga data di Kojima e famoso per il suo lavoro nel progettare i mondi di Metal Gear Solid e di Death Stranding, è un cliente di lunga data del brand tedesco; dall’altra, Hugh è sempre stato un grande fan del lavoro dei due giapponesi, sin dai primi videogiochi della saga di Metal Gear su PS1 e PS2.
Nel 2017, Shinkawa invita Hugh a visitare il nuovo studio della Kojima Productions, un incontro che il designer tedesco descrive “molto amichevole e informale” e alla fine del quale al co-fondatore di Acronym viene portato in una stanza speciale per essere scansionato: il risultato sarà Alex Weatherstone, uno dei personaggi di Death Stranding.
Digitalizzazione del fashion
Dopo questo incontro e la scoperta del loro rispetto reciproco, Acronym e Kojima Productions stringono una relazione più stretta.
Dato che al momento dell’incontro lo sviluppo del gioco era già in uno stadio avanzato di sviluppo, Hugh ha potuto collaborare realizzando il design dello strato di base indossato da Sam, il protagonista, sotto i suoi capispalla a prova di Cronopioggia (una pioggia che invecchia qualunque cosa colpisca).
L’altro contributo di Acronym all’interno del gioco è arrivato a seguito di una richiesta di Shinkawa, che ha chiesto a Hugh di potere inserire nel gioco il mantello CP2-S, creato dallo studio di design qualche anno prima: in questo caso, Acronym si è limitata a recuperare il capo dall’archivio e spedirlo a Tokyo per la scansione; il mantello, alla fine, è stato inserito in Death Stranding così come si presenta nel mondo reale.
Il codice si fa fisico
Oltre a inserire due creazioni di Acronym nel proprio videogame, Kojima Productions ha collaborato con Acronym nella realizzazione di un completo ispirato al mondo di Death Stranding: si tratta di una rivisitazione della giacca indossata dal protagonista del gioco dal valore di 1785 $.
A livello estetico, la giacca presenta un colletto antivento convertibile e un cappuccio antivento rimovibile, oltre alla magica Gravity Pocket di Acronym, che si trova all’interno della manica e può far cadere un telefono direttamente nella mano di chi lo indossa. Uno dei dettagli più interessanti è una striscia magnetica sul colletto che può essere utilizzata per contenere gli auricolari wireless. Realizzata in Gore-Tex, la giacca è leggera, impermeabile e presenta una doppia cerniera per una maggiore traspirabilità.
Il richiamo più ovvio a Death Stranding è però dato dalla tasca antiproiettile giallo brillante posta sul davanti: questa riprende il colore e la posizione della capsula del Bridge Baby, altro elemento fondamentale della trama del videogioco. Inoltre, il marchio Bridges (fondamentale nel mondo di Death Strading) appare su tutta la giacca, accompagnato da una serie di testi con indicazioni sia reali (“Attenzione: non sovraccaricare il Gravity Pocket“) che fittizie (“Tecnologia a prova di caduta“).
Un futuro digitale
Come facilmente intuibile, quello che è successo con Death Stranding e Acronym è qualcosa di molto particolare e, dati i motivi alla base della nascita della collaborazione tra Kojima e Hugh, forse un evento più unico che raro.In ogni caso, le modalità con cui la partnership è stata posta in essere e i risultati ottenuti sono davvero peculiari: un fashion designer ha collaborato nella realizzazione di parte dell’abbigliamento del protagonista di Death Stranding, un suo capo è stato inserito senza modifiche all’interno del gioco e infine, traendo ispirazione dal videogame stesso, ha creato una giacca unica nel suo genere, andata sold-out in pochissimo tempo.
Insomma, le possibilità di unire fashion e videogame esistono e sono evidenti, e l’esempio di Death Stranding lo ha dimostrato.A questo punto, rimane una sola barriera da abbattere: quel muro di perplessità e scetticismo con cui il mondo intero, e non solo il settore della moda, guarda al comparto videoludico.