Contro ad ogni regola, in contrasto ad ogni previsione immaginabile, l’economia della condivisione amplia i suoi orizzonti e si pensa possa arrivare a colpire in modo significativo anche il mondo della moda.

I dati parlano chiaro: GlobalData, nelle sue previsioni di revenue per il mercato del rental online e offline, stima una crescita fino a 4.4 miliardi di dollari entro il 2028, solo negli USA. A sostegno di questa teoria, i target di riferimento sarebbero, infatti, Generazione Z e Millenials, la cui unione prende il nome di “Zennials”: nati e cresciuti all’interno di un mondo digitale che cerca rifugio nell’economia della condivisione per instaurare rapporti umani, freddamente ostacolati dallo schermo di uno smartphone.

Perché è saggio investirci?

In contrapposizione ad un mondo che corre veloce, le nuove generazioni navigano controcorrente: fast fashion e prodotti chimici lasceranno posto alla democratizzazione dei beni ed a una soluzione di vita più salutare e sostenibile.

Perché l’idea funziona?

  • In seguito all’esperienza del lockdown, si è notata una maggiore attenzione verso la cura degli spazi della casa: riserviamo un posto agli oggetti con valore, mentre preferiamo liberarci definitivamente di ciò che sappiamo non sarà poi così tanto utile.

  • Secondo le regole del fast fashion, un capo ha vita 7 volte prima di annoiarsi e buttarlo. Il fashion rental si conforma alle regole della sostenibilità: allunga la vita di un capo, può sostenere corrieri ecologici e imballaggi green.

  • Le nuove generazioni già abbracciano facilmente la filosofia dello sharing per settori come il car sharing con Blablacar, il trasporto con Uber e l’hospitality come Airbnb.

Come tutti i modelli di business, però, anche questo presenta delle insidie a livello di logistica delle spedizioni: problematiche da dover superare con creatività e un pizzico di furbizia.