La pelle luminosa e perfetta, le labbra carnose, gli occhi grandi e profondi stanno diventando la normalità. L’utilizzo di filtri social è sempre più di tendenza, ma c’è chi è pronto a vietarli.
L’innovazione digitale sta trasformando la percezione che le persone hanno di loro stesse e si stanno riscontrando gli effetti soprattutto tra i giovani. L’ampia disponibilità di filtri o app per il ritocco consente loro di cambiare il proprio aspetto secondo la propria volontà. Tutto ciò provoca un impatto importante nella loro psiche per l’identificazione del sé.
Perché si usano i filtri?
Siamo circondati da ideali di perfezione irraggiungibili e ogni volta che riceviamo un feedback positivo dopo l’utilizzo di un filtro sui social si verifica a livello cerebrale una scarica di dopamina che ci induce a ripetere il comportamento appena prodotto. Aumenta così il meccanismo di dipendenza dai social che fa ripetere tutte quelle azioni che a noi e alla nostra psiche fanno stare potenzialmente bene.
Siamo obbligati ad usarli?
Spesso per paura di non sentirsi all’altezza, per omologazione o per insoddisfazione si ricorre all’uso dei filtri anche se talvolta ci si preferisce al naturale. I filtri mostrano un’alternativa a noi stessi e giorno dopo giorno si inizia a provare un certo imbarazzo a mostrarci al naturale sia sui social che nella realtà.
A causa dei filtri è aumentata anche la richiesta di interventi di chirurgia estetica e spesso durante la consulenza con il chirurgo si porta come esempio la propria foto modificata.
Come risolvere la situazione?
Alcuni Stati hanno deciso di introdurre delle leggi per limitare l’uso dei filtri sui social, affinché si possano risolvere tutte quelle problematiche che si sono sviluppate in seguito alla diffusione dei ritocchi fotografici.
La Norvegia è stata il primo paese a introdurre delle limitazioni all’utilizzo di filtri e app per il fotoritocco. L’11 giugno 2021, infatti, ha bandito il loro utilizzo a meno che non sia esplicitamente dichiarata la modifica nella foto. Il Paese sta cercando di combattere dei canoni di bellezza finti e irrealistici che potrebbero essere dannosi soprattutto per i giovani.
Il Regno Unito, invece, come punto di partenza ha deciso di vietare l’uso di filtri nelle pubblicità sui social. La decisione è stata presa dall’Advertising Standards Authority (ASA), l’ente di autoregolamentazione dell’industria pubblicitaria nel Regno Unito, dopo che l’influencer Sarah Pellari ha avviato una campagna sui social per condannare chi vende prodotti cosmetici che promettono grandi miracoli.
Sono solo passi iniziali ma si riuscirà un po’ alla volta a tutelare la popolazione seriamente?