Negli ultimi anni molte aziende di cosmetica hanno iniziato a riciclare materie prime di scarto che possono essere riutilizzate per la produzione di cosmetici, ad esempio fondi di caffè, scarti di olio d’oliva o bucce di frutta. Tanti sono i prodotti che vengono utilizzati ogni anno e troppi sono i packaging e gli scarti che ne derivano. Per limitare l’inquinamento provocato da questi prodotti si sono ricavati nuovi ingredienti derivanti da rifiuti vegetali e agricoli.  

Secondo un rapporto del 2011 dell’Istituto svedese per l’alimentazione e la biotecnologia, circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano a livello globale viene perso o sprecato, ossia circa 1.3 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno. I problemi principali che derivano dallo spreco sono dovuti dalla breve durata di conservazione degli alimenti e da un’errata pianificazione dei pasti.

Riutilizzando il più possibile le risorse naturali dei nostri terreni, le aziende cosmetiche possono contribuire a ridurre il nostro impatto ambientale sostenendo una bellezza più circolare che fa bene alla nostra pelle e al pianeta. Questo nuovo approccio è chiamato circular beauty o upcycling beauty. Grazie a questa tecnica, rifiuti di cibo e bevande vengono utilizzati per realizzare dei cosmetici molto funzionali per la pelle. I nuovi prodotti realizzati secondo la tecnica dell’upcycling rappresentano l’opportunità di utilizzare un’energia minima per la loro creazione sfruttando in modo migliore le risorse che sono già disponibili. Il lavoro più difficile è quello di convincere un’azienda che ruota attorno al glamour che ci sono dei tesori nascosti nella spazzatura, ma si stanno facendo passi importanti in tale ambito.