Nell’epoca dove la distinzione fra il mondo fisico e digitale si fa sempre più sottile, anche la moda comincia a giocare un ruolo che va al di la di quello puramente fisico.
La generazione Z cerca sempre più esperienze da poter condividere nei social ed identificare la oggi cosiddetta identità fluida.
La necessità di riempire il proprio feed Instagram ha messo a nudo le debolezze del fashion system e della sovrapproduzione.
Si acquistano piu capi e se ne indossano sempre meno
Un nuovo gioco della moda, che sa da un lato l’ha celebrata e portata all’attenzione di tutti , dall’altro l’ha macchiata, con l’accusa di essere diventata uno dei danni maggiori per l’inquinamento globale.
Un mercato confuso dalla presenza di fashion influencer e che dominano le regole del mercato, e da quella dei cosiddetti “woke- consumers” ossia i consumatori attenti all’ambiente che chiedono alternative sempre più sostenibili.
Ed e proprio in quest momento che la trasformazione digitale gioca un ruolo cruciale, cambiando il gioco della moda, ormai lontano da quello che conoscevamo.
Così man mano che i pantaloni della tuta diventano il nuovo #ootd (outfit of the day) assistiamo ad un aumento dei contenuti sullo stile di vita e sul futuro dei brand.
Gucci attraverso una serie di contenuti IG ha comunicato la propria scelta sostenibile per un futuro senza più stagioni, riducendo le collezioni da cinque a due all’anno, rispondendo all’emergenza post Covid e mettendo fine al timing serrato delle collezioni.
Una scelta che permetterà una maggiore espressione artistica della casa di moda.
A lanciare l’allarme in Italia era stato lo stilista Giorgio Armani, che aveva denunciato il problema della sovrapproduzione dei capi ed invitato ad un rallentamento della macchina della moda in modo da rivalutare e valorizzarla.
Piattaforme come Instagram e TikTok giocano un ruolo importante in questa “nuova normalità” per la moda poiché assistiamo a un cambiamento nella mentalità delle persone , mosse ora dal desiderio di accesso alla moda, e non più del “possesso”.
Marc Jacobs, ha annunciato una collaborazione con il gioco per Nintendo Animal Crossing per introdurre nuovi abiti che le persone possono scaricare ed indossare durante il gioco, con la possibilità di acquistare la versione reale tramite una scansione QR.
Il bisogno di indossare vestiti per alimentare la nostra identità digitale non scomparirà presto. I marchi possono attingere a questa esigenza e ritagliarsi una nuova nicchia per il futuro della moda digitale.
La moda solo digitale comprende abbigliamento e accessori che esistono solo virtualmente. Il capo non esiste mai nella realtà, eppure quello che si paga è la stessa soddisfazione di vedersi in un abito perfettamente curato da poter caricare nel proprio feed digitale.
Nonostante l’inquinamento globale minacci il futuro dell’industria fashion, la moda digitale offre un doppio risvolto positivo: la promessa di sostenere le aspirazionali “vite in mostra” dei consumatori, senza appesantire il portafoglio ed il pianeta.