Un odore nostalgico proviene da pile di mom jeans macchiati e giacche a vento multicolori in un negozio di Kreuzberg a Berlino.
In un periodo dove le tendenze degli anni ´80 e ´90 e persino dei primi anni 2000 stanno riaffiorando, cresce la passione dello shopping usato. Dai jeans baggy alle borse griffate: non c’è look nostalgico che passi inosservato.
I negozi di abbigliamento usato che si sono fatti strada nelle città più grandi all’inizio del 1900 come mezzo per raccogliere fondi per cause caritatevoli stanno cambiando la loro fama.
Il clima che si cominciava a respirare quasi 10 anni fa nelle strade di Brick Lane a Londra sta riscuotendo un grande hype nelle maggiori città europee.
La Generazione Z e il risparmio
La prima a parlare di risparmio come pratica comune, è stata la YouTuber Emma Chamberlain, testimonial delle figure più iconiche della moda, note come Generation Z
Oggi autrice del podcast “Anything goes”, è accreditata da una miriade di tendenze e sostenuta da Louis Vuitton.
Molti influencer di moda, sono stati partecipi della gentrificazione dei negozi dell’usato ed i primi a cavalcare l’onda dello shopping parsimonioso, facendosi seguire come naturale conseguenza dal loro pubblico.

Unici ed eco-sostenibili
I negozi dell’usato evocano uno stile unico, cosa che gli abiti prodotti in serie non possono fare.
Gli acquirenti vogliono essere in grado di esprimere la propria individualità pur essendo in grado di risparmiare qualche Euro.
Inoltre, decidere di acquistare un capo di abbigliamento di seconda mano rispetto ad un capo fast fashion ha dei notevoli benefici ambientali. Acquistando second-hand infatti, il consumatore estende la vita del capo appartenuto al precedente proprietario contribuendo alla riduzione di CO2 e al consumo di acqua attorno al 20-30%, nell´arco di solo 9 mesi.
La faccia digitale dei negozi dell’usato
Lo shopping online si fa strada anche in questo campo, grazie ad App come Depop e Vestiare Collective in rapida crescita e in qualche modo in competizione con gli e-commerce tradizionali.
In particolare possiamo vedere come l’audience iniziale sia salita durante la pandemia seguendo la tendenza generale del fashion market.
L´upcycling genera mercato e profitti
Sebbene molti marchi stiano realizzando nuovi capi ispirati ai decenni precedenti di moda, la domanda più alta è per pezzi vintage più autentici che provengono dai thrift shops.
Come risultato del crescente interesse per il settore dell’usato, le persone non solo acquistano di più, ma donano anche di più. Il prezzo medio di acquisto di seconda mano è quindi aumentato, dando origine ad un’industria di “upcycling”, con persone che acquistano vestiti vintage a buon mercato per poi rivenderli con enorme aumento.
Il nuovo gioco della moda
I negozi second-hand, originariamente fatti per persone considerate “povere”, sono diventati il punto di riferimento per gli amanti della moda.
Il Risparmio è diventato una cultura popolare e non è più considerato un atto della classe inferiore.